La cornice
Presso la sede torinese dell’Hotel NH Collection in Piazza Carlina – sede invero gradevolissima – si è svolto un interessante convegno sulle Residenze per Anziani.
Il pubblico ha registrato numerosa presenza di operatori sanitari (medici e infermieri), avvocati, funzionari gestionali, nonché una folta rappresentanza del management (Presidenti e Amministratori). Insomma: Il Gotha del settore.
L’organizzazione, ascrivibile a merito della dirigenza A.P.I. (non solo locale), ha offerto un nutrito gruppo di relazioni di grande rilievo. Risulterà utile, tramite la locandina riportata in allegazione, apprezzare la notevole consistenza dei relatori, tra i quali spiccano nomi di meritata notorietà nei rispettivi ambienti (e anche oltre).
Le tematiche
Veramente esteso il ventaglio contenutistico: “servizi e soluzioni finanziare; evoluzione delle RSA tra adempimenti e responsabilità, la legge Gelli-Bianco con riferimento ai profili penali della responsabilità, la legge Gelli-Bianco in riferimento ai profili civili della responsabilità, soluzioni del mercato assicurativo per le responsabilità in ambito sanitario e socio-sanitario”.
Visti i temi, si è trattato di un convegno pressocché “olistico”; da svolgere, tuttavia, nel breve arco di un pomeriggio (dalle 15 alle 18,15). Per di più, su alcuni temi si è avvicendata una pluralità di relatori. Ciò ha imposto una tempistica assai contenuta per le singole relazioni, e una gestione quasi ferrea per i moderatori. La tempistica, peraltro, anziché impoverire, ha portato a evidenziare abilità di selezione contenutistica unitamente a doti di chiarezza che non sempre si riscontrano in analoghe iniziative.
Alcune focalizzazioni
Il convegno si è dispiegato lungo le direttrici programmate; in particolare, è possibile astrarre alcuni punti di attenzione.
Anzitutto, l’universo dei dati. I dati, circostanziati e terribili (come da espertissima relazione di Ilario Orbecchi), hanno evocato una domanda incrementale per soggetti sempre più bisognosi, e hanno evocato prospettive di fronteggiamento vieppiù complesse per difficoltà di varia natura (tra cui, soltanto per richiamare un mero esempio, il problema dell’assistenza medica, con medici comprensibilmente sempre meno disponibili in rapporto a un numero crescente di anziani la cui età media sta innalzandosi vistosamente). Si dirà: sono cose che si sanno. In parte è vero. Ma, quando la realtà è proposta con la forza di numeri impressionanti, sottolineati da accurate rappresentazioni anche grafiche che accentuano l’immediatezza della percezione, il messaggio è destinato ad arrivare con tutta la sua forza, ed è arrivato.
Altro grande tema, la legge Gelli-Bianco. Si tratta di una normativa di grande rilievo a partire dall’articolo 1, che sottolinea il valore della “sicurezza delle cure” per poi declinarlo. Ne viene una prospettiva ricca di sviluppi, la cui percezione di fecondità è soltanto agli inizi ed è destinata a modificare notevolmente le pratiche gestionali e sanitarie all’interno delle strutture (sia pubbliche e private).
Altro grande tema, giuridico ma non solo, le responsabilità: sia quelle penali, per gli operatori sanitari a tutti i livelli (medici, infermieri, portantini, altri ausiliari); sia quelle civili, vuoi per le strutture vuoi per gli operatori. Inutile, qui, soffermarsi nel merito delle singole tematiche richiamando, in particolare, le innovazioni rispetto al diritto previgente (e rispetto, soprattutto, al regime della legge Balduzzi). Basti richiamare l’autorevolezza della qualificatissima “coorte giuridica” impegnata su tale fronte: i Magistrati Vincenzo Pacileo e Stefania Tassone, gli Avvocati Luca Dalla Torre, Alberto De Sanctis, Alberto Del Noce e Pierfranco Gigliotti.
Nel dibattito che ne è seguito, alcuni interventi (Giovanna Marzo, Massimo Massimelli) hanno richiamato l’attenzione sulla necessità per le Strutture socio sanitarie, sempre imposta dalla legge Gelli, di mettere all’ordine del giorno le problematiche relative alla prevenzione e gestione del rischio (superando la fase di attuale sottovalutazione e approdando con urgenza a una seria operatività).
Una percezione di fondo: la “giuridicizzazione” dell’universo sanitario-assistenziale
Un dato di fondo, comunque, è emerso con evidenza: il mondo socio sanitario, e assistenziale, sta finalmente registrando un crescendo nella percezione della giuridicità delle prestazioni offerte agli assistiti. Coloro che operano in campo sanitario-assistenziale non possono più rappresentarsi come “esperti” di un sapere settoriale in cui reperire tutto ciò che occorre per la propria professionalità. Per adempiere a quanto la Legge Gelli impone è necessario tenere sempre più in conto una giuridicità “speciale e dinamica”, bisognosa da un lato della creazione di modelli organizzativi relativi alla sicurezza delle cure e, d’altro lato, di stabilizzazioni giurisprudenziali che approdino a quella “certezza” che è essenziale ad ogni serenità di rapporti.
Il diritto, da secoli, espande la propria “vocazione regolatrice”; entra a disciplinare condotte a scapito di “autoregolamentazioni”; chiama vieppiù a rispondere in caso di discostamento. Tale andamento sembra proseguire – nel “bene” e nel “nonbene” – anche nei momenti in cui sembrano prevalere invocazioni antitetiche.
Compito del sapere sanitario, e oggi anche socio sanitario, è accettare la disponibilità offerta da un sapere giuridico che si proponga in affiancamento; e ovviamente viceversa.